
Titolo della tesi:
Aree archeologiche e progetto di architettura. Padova: l’Anfiteatro romano e il Torrione dell’Arena
Data della discussione finale:
Dicembre 2023
Studenti:
Matteo Masini, Tiziano Sarzi Sartori
Docenti del Laboratorio:
Luisa Ferro
Marcello Aprile
Maria Cristina Giambruno
Lorenza Petrini
Francesco Pittau
Abstract:
L’area dell’Anfiteatro di Padova è un luogo dove il passato è sommerso e nascosto, ma conservato dai resti presenti nel sottosuolo, mentre la sua geometria è governata dai ruderi che affiorano in superficie. L’antico muro romano lega tra loro lo spazio e il tempo, testimoniando i segni delle trasformazioni e raccogliendo intorno a sé personaggi e architetture che hanno segnato la storia di Padova, quali il Convento degli Eremitani, il Palazzo e la Cappella degli Scrovegni. Lo studio dei documenti, dei resti del passato e dei suoi tracciati ha costituito uno spunto progettuale volto a riscoprire connessioni e dare vita a nuovi dialoghi che, confrontandosi con l’antico, offrono una nuova lettura dello spazio, esaltandone l’identità storica. La ricostruzione di un “frammento” dell’Anfiteatro diventa sia uno strumento per mettere in mostra il palinsesto archeologico, ma anche un meccanismo di dialogo con l’antico muro romano. L’intervento prevede di integrare lo spazio ellittico all’interno del percorso museale degli Eremitani, tramite la realizzazione di un nuovo ingresso alla Cappella degli Scrovegni, e di un affaccio sull’area archeologica del settore Nord. Il progetto ha l’obiettivo di mettere “a sistema” un’intera zona costellata da emergenze storiche che permettono di narrare il passato della città. Si prevede dunque il collegamento di due poli: l’Anfiteatro romano e il Torrione dell’Arena. Questa connessione si concretizza in un asse pedonale che, attraversando il parco pubblico dei primi anni del Novecento, congiunge l’area archeologica con lo spazio ipogeo del Torrione. Quest’ultimo consiste in una casamatta delle mura cinquecentesche che, nel tempo, ha visto dimenticato il suo spazio. La sua riscoperta e la sua accessibilità sono rese possibili da una scalinata, accompagnata da un muro dall’andamento frastagliato. Il progetto trova realizzazione in sottili equilibri: la storia celata viene portata alla luce sia tramite l’esposizione dei resti archeologici che mediante la riapertura degli spazi ipogei dimenticati del Torrione, quali tasselli narrativi che permettono di ricomporre il mosaico delle complesse trasformazioni storiche dell’area.