Gli stadi italiani: una crisi che merita una svolta

Titolo della tesi:
NUOVO STADIO DI COMO. Gli stadi italiani: una crisi che merita una svolta

Data di discussione della tesi:
26 Aprile 2017

Studenti:
Valeria Donini, Guido Previtali

Relatore
Stefano Guidarini

Docenti del Laboratorio:
Stefano Guidarini (Composizione architettonica)
Stefano Guidarini (Composizione e progettazione urbana)
Paolo De’ Angelis (Teoria e progetto di costruzioni e strutture)
Davide Luraschi (Tecnologie costruttive)
Stefano De Antonellis (Impianti Tecnici)

Abstract:
Il ruolo che il calcio ha assunto nel panorama internazionale porta anche l’architettu­ra a guardare alla progettazione dello sta­dio quale forma di valorizzazio­ne urbana ed economica delle città. La formula dello “stadio di proprietà”, diffusa in Europa e non altrettanto in Italia, consente infatti alle squadre di brandizzarsi e espandersi in nuovi mercati. Il contesto sportivo di Como è particolarmente fecondo per compiere un passo decisivo in questa direzione. In questa realtà, l’area Ex Ticosa, da tempo “irrisolta” all’interno della morfologia urbana Lariana, per la sua particolare conformazione offre la possibilità di inserire un edificio-stadio in grado non solo di risolvere una “cesura urbana” (tramite una nuova viabilità) ma anche di avvicinare il Como, e il mondo del calci­o italiano, al contesto internazionale. All’interno del nuovo manufatto, composto da parti eterogenee unificate dai principi del Ra­zionalismo comasco, una piastra regola le differenze di quota dell’area e offre una servizi che permetteranno allo stadio di essere “attivo” sette giorni su sette. Le stesse attività sono accolte anche nei corpi minori dell’impianto all’inglese, per garantire la totale permeabilità in senso longitudinale, e legare tramite un sistema di setti la quota urbana al Cimitero Monumentale e alla Spina Verde.

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